31 Gennaio 2025

Perché le palestre sono strategiche per il Sud

In Calabria il 18 per cento delle scuole ha una palestra. A Monza e Firenze il 72%. Sono i dati Istat che ritraggono lo stato attuale dell’edilizia scolastica: il risultato di tutti i governi precedenti, di destra e sinistra, messi insieme. Ed è di nuovo Valditara, il ministro della Lega, a preoccuparsi ed occuparsi del Sud, firmando decreti strategici per tutto il Paese.

Si potrebbe dire che, a colpi di decreti che riesce a far finanziare con cifre mai viste prima – operazione difficilissima se sei a capo del Ministero che è sempre stato l’ultima ruota del carro di tutti i Governi – Valditara sta puntando a chiudere “vuoti” strutturali del nostro Paese, mai colmati. Mancanze che partono dal sistema scuola ma che vanno oltre la scuola (e per questo il MIM è un ministero importantissimo) e di cui fanno le spese i giovani e le donne.

Si, le donne. Prima dei due decreti per le palestre c’è stato infatti un altro decreto importantissimo: 515 milioni di euro per creare mense scolastiche, soprattutto al Sud. Creare mense significa portare il tempo pieno dove non c’è: al sud solo il 18 per cento degli studenti può andare a scuola di pomeriggio (uno su cinque), contro il 48% del nord (uno su due). E il sud infatti ha risposto alla chiamata del ministro: la Calabria è oggi la regione più finanziata in Italia, con più di 91,3 milioni di euro destinati a progetti in tutto il territorio regionale, seguita da Campania, Lazio, Lombardia e Puglia. In altre parole: il ministro leghista sta trainando la Calabria che da fanalino di coda sta risalendo. Si potrebbe obiettare: certo, il Governo è di destra e alla Regione Calabria c’è Occhiuto. Ma, chiedo, quando c’era l’allineamento a sinistra è mai successo che la Calabria aprisse mense scolastiche e palestre?

Tempo pieno significa ridurre le differenze di opportunità educative fra Nord e Sud che non sono una opinione politica ma dati dello Svimez: in cinque anni di primaria, un bambino del sud frequenta un anno in meno rispetto ad un coetaneo del nord perché ogni anno perde 200 ore. E’questa la differenza tra tempo “normale” e tempo pieno: più ore di formazione per i ragazzi (e quindi meno ragazzi in mezzo alla strada nei piccoli paesi che non offrono possibilità di fare sport o volontariato), più possibilità di lavoro per le donne, per gli insegnanti e per gli Ata.

Ed ecco quindi gli altri due decreti di oggi: “Vogliamo assicurare a ogni studente, indipendentemente dal territorio di provenienza, le stesse opportunità di crescita e successo formativo. Le attività sportive non solo migliorano la salute e il benessere dei nostri giovani, ma contribuiscono in modo significativo all’inclusione sociale e alla lotta contro l’abbandono scolastico”, ha detto il ministro presentando i decreti.

Plauso, quindi? No di certo. Ho letto per caso alcuni commenti nei social. In risposta ai due decreti per le palestre, c’è chi si lamenta del precariato, senza neanche conoscere le mille attività messe in campo su questo tema; chi addirittura lamenta la struttura degli esami di Stato. Io non capisco come aspiranti docenti possano andare fuori tema in questo modo. Vero che in alcune facoltà ci si laurea senza mai scrivere neanche una riga, ma si presuppone che tutti sappiano cosa sia un tema di discussione. Nessuno che ha dovuto pagare fior di quattrini per far fare sport ai figli perché all’Aquila e a Forlì solo l’8,6% degli edifici scolastici ha una palestra, a Catanzaro l’8%, a Catania il 7,3%?

I dati Istat ci danno una chave di lettura per capire i divari del nostro Paese. Una chiave non difficile da leggere. Basta togliersi i paraocchi ideologici e guardare alla realtà: dopo la Liguria (52,4%), è la Puglia a mostrare la presenza più diffusa (48,4%), seguita da Toscana, Veneto e Lombardia (44-45% circa). Agli ultimi posti, con meno di un edificio su 4 dotato di palestra, Sicilia (24,6%), Umbria (23,3%) e Calabria (meno del 20%).

Anna Maria De Luca

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *