31 Gennaio 2025

La malafede di coloro che strumentalizzano le parole del Ministro Valditara

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in occasione della presentazione della Fondazione “Giulia Cecchettin” ha registrato un videomessaggio con il quale ha fatto un’attenta analisi della nostra società, evidenziando la necessità di eliminare al più resto tutti quei residui di maschilismo (macismo) ancora presenti nella cultura.

Alcuni, come al solito, hanno voluto trovare in questo discorso improntato al dialogo, al rispetto, alla reciprocità, elementi per attaccare ingiustamente Valditara, accusandolo di aver detto che i femminicidi sono colpa degli immigrati. Non è così!

Coloro che attribuiscono al ministro parole non dette, lo fanno nella consapevolezza che l’analfabetismo funzionale presente nella società (incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura …-  il 70% degli italiani, in base ai dati OCSE, rientra in questa condizione), non porterà certo chi legge un titolo shock a proseguire nella lettura dell’articolo, credendo che le cose stiano così.

A tale scopo sento di dover fare una sintesi di alcuni passaggi importanti del suo videomessaggio, in modo da confutare le tesi di coloro che offendono, diffamano e manipolano.

Il Ministro ha evidenziato che:

  1. quando una donna viene offesa o addirittura uccisa è la stessa civiltà ad essere offesa, negata;
  2. il patriarcato come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975 che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia, la famiglia fondata sull’uguaglianza;
  3. nel nostro Paese ci sono ancora residui di maschilismo (macismo) che vanno combattuti, dal momento che portano a considerare la donna come un oggetto, come una persona di minore dignità che deve subire;
  4. se una volta il femminicidio era frutto di una concezione proprietaria della donna, in specie in famiglia, oggi sembra essere più che altro il frutto di una grave immaturità narcisista del maschio che non sa sopportare i no;
  5. la vera battaglia è dunque culturale e parte innanzitutto dalla scuola, ma non coinvolge solo la scuola;
  6. poi ci sono dei rischi nuovi, la diffusione per esempio di pratiche che offendono la dignità della donna e da questo punto di vista deve essere chiaro ad nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi, la portata della nostra Costituzione che non ammette discriminazioni fondate sul sesso;
  7. occorre anche non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato ANCHE a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale;
  8. non si può accettare la cultura dell’insulto e della minaccia, della prepotenza, della mancanza di rispetto verso ogni persona, che questa persona poi sia simpatica o antipatica, che sia povera o ricca, che sia autoctona o immigrata, che sia eterosessuale o omosessuale, che sia politicamente amica o politicamente avversaria. Dobbiamo proteggere i deboli, dobbiamo proteggere i miti, dobbiamo proteggere i buoni contro la prevaricazione dei violenti e dei prepotenti.

Chiunque sappia ascoltare e/o leggere con onestà intellettuale, non potrà, quindi, affermare che Valditara ha detto che i femminicidi sono colpa degli immigrati. Il Ministro ha sottolineato i problemi di cui la nostra società, la nostra Italia è portatrice, senza fare nessuno sconto agli italiani ed ha messo in evidenza che al fenomeno della violenza sessuale contribuisce ANCHE (e lo scrivo in maiuscolo) la marginalità e la devianza conseguenti a un’immigrazione irregolare.

Luciano De Giorgio

Docente di Filosofia e Scienze Umane

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