La scuola è per tutti, pertanto, deve garantire ad ogni studente un percorso educativo efficace. Per un lungo periodo si è parlato di integrazione, oggi si parla, invece, di inclusione. I due termini, infatti, non hanno lo stesso significato:
- integrazione – fa riferimento alla sfera educativa ed ha un approccio compensatorio. Presta attenzione in primis alla persona con disabilità e poi al contesto, incrementando in tal modo risposte di tipo specialistico;
- inclusione – presta attenzione, in modo indistinto ed indifferenziato, a tutti gli alunni e a tutte le loro potenzialità. Rispetto all’integrazione interviene prima sul contesto e poi sul soggetto, trasformando la risposta da specialistica ad ordinaria. Inclusione è, quindi, un processo che riguarda la sfera educativa, sociale e politica.
La scuola deve essere, quindi, inclusiva, se vuole rispondere ai bisogni diversificati degli studenti, facendo in modo che nessuno si senta estromesso.
Vediamo ora il lungo percorso per raggiungere l’obiettivo dell’inclusione.
- con la Legge 517 del 1977 gli alunni con disabilità vengono inseriti nelle classi frequentati da alunni “normali”. Prima, infatti, gli alunni con disabilità venivano affidati a strutture speciali o inserite in classi differenziali;
- con la Legge 270 del 1982 viene estesa alla scuola materna la possibilità di accogliere bambini con disabilità usufruendo della figura dell’insegnante di sostegno
- con la circolare ministeriale 262 del 1988 viene prevista l’ammissione degli studenti con disabilità nelle scuole superiori;
- con la Legge Quadro 104 del 1992 vengono tutelati i soggetti con disabilità, rimuovendo le cause invalidanti, favorendo la promozione dell’autonomia e della socializzazione e dell’integrazione. La Legge riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in particolare: la scuola, durante l’infanzia e l’adolescenza (artt. 12, 13, 14, 15, 16 e 17) e il lavoro, nell’età adulta (artt. 18, 19, 20, 21 e 22). Sempre nella legge 104 viene stabilito che al momento dell’ingresso a scuola l’allievo con disabilità debba essere provvisto di una diagnosi funzionale, ossia di un documento medico-sanitario, dal quale risulti specificata la patologia e le ricadute in termini di difficoltà; vengono specificate, inoltre, le capacità residue che possono essere attivate;
- con il D.Lgs 96/2019 vengono introdotte alcune importanti modifiche al D.Lgs 66/2017 quali, ad esempio, l’estensione dell’adozione dei criteri dell’ICF – la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute – un sistema di classificazione della disabilità sviluppato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS); la modifica della commissione medica per la redazione del profilo di funzionamento; il coinvolgimento diretto dello studente con disabilità nel progetto di inclusione; l’introduzione, a livello di singola istituzione scolastica, del Gruppo di Lavoro Operativo per la progettazione per l’inclusione dei singoli alunni;
- con il Decreto Interministeriale 182/2020 vengono previste l’adozione del modello nazionale di piano educativo individualizzato e le modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità.
Il PEI è il documento che contiene un progetto educativo basato sulle effettive capacità e necessità dell’allievo; in tale documento vengono definiti obiettivi, strumenti e criteri di valutazione.
Nella pratica educativa della scuola di oggi, si parla anche di Bisogni Educativi Speciali. Nei Bes rientrano tutte le situazioni nelle quali si presentano difficoltà provocate da deficit in alcuni ambiti di apprendimento oppure da problemi psicologici, relazionali, sociali e culturali.
In questa categoria rientrano
- DSA – disturbi specifici di apprendimento – dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia
- alunni con svantaggio socio-culturale
- alunni con deficit del linguaggio e delle abilità non verbali
- …
Si tratta di situazioni di cui si deve tener conto nella progettazione didattica, anche se hanno carattere transitorio. Ogni allievo ha diritto ad avere un percorso di apprendimento che rispetti le sue caratteristiche. Con direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012, il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento viene esteso a tutti gli studenti con bisogni educativi speciali, attraverso la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato. PDP.