Il giorno 8 dicembre 2024 il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è stato ospite della trasmissione “In altre parole”. Nel corso dell’intervista sono emerse importanti novità che porteranno ad un grande cambiamento nel modo fare scuola.
Incontro con Gino Cecchettin
Accomunati dallo stesso obiettivo – ossia combattere la violenza sulle donne – Valditara e Cecchettin hanno deciso di siglare un protocollo tra il MIM e la Fondazione. Si tratta di un accordo doveroso nei confronti di tutte le donne che sono vittime di tante forme di violenza. A tal proposito è stato sottolineato che per la prima volta nelle scuole ci sarà una novità importante: all’interno del corso di educazione civica è stata inserito come obiettivo di apprendimento l’educazione al rispetto e al rispetto nei confronti delle donne in particolare. Il ministro ha detto, inoltre, di credere molto nel peer tutoring, nelle esperienze raccontate, nel dialogo con gli studenti che diventano protagonisti e che l’educazione al rispetto deve contaminare tutti i curricula, in modo da formare la coscienza civica dello studente. Il confronto con la Fondazione, pertanto, è molto importante, sia per rendere note le buone pratiche, sia per un monitoraggio dei risultati ottenuti
Necessità di integrazione per tutti
Bisogna fare un discorso di vera integrazione di vera inclusione, se non si vuole evitare che tutti gli altri rischino di non essere concreti. In Italia si rileva un abbandono scolastico da parte di studenti stranieri al di sopra del 30% (1/3 di loro non assolvendo l’obbligo scolastico, rischia di non avere un futuro). Le competenze in italiano sono, pertanto, fondamentali, anche perché chi non conosce la lingua italiana, non può conoscere la nostra cultura. Dai dati si rileva, ad esempio, che in una stessa classe terza della scuola secondaria di primo grado, un ragazzo straniero ha in media un anno in meno di formazione nella conoscenza della lingua italiana rispetto agli studenti autoctoni. Per tale motivo sono stati stanziati 13 milioni di euro per ragazzi di primo arrivo (compresi quelli giunti illegalmente), allo scopo di potenziare la lingua italiana, attraverso la presenza di docenti specificamente formati/specializzati nell’insegnamento dell’italiano agli studenti stranieri. La vera inclusione/integrazione non può prescindere dalla conoscenza della lingua italiana, dei nostri valori e della nostra Costituzione: in caso contrario non ha senso parlare di cittadinanza.
Divieto uso cellulari e decisione australiana sui cellulari under 16
E’ importante un dialogo con i genitori, allo scopo di convincerli a non concedere il cellulare ai bambini (dagli ultimi studi si rileva che alcuni già a soli 6 anni entrano con lo smartphone in siti pornografici diventando, purtroppo, potenziali prede della pedopornografia). L’uso precoce del cellulare, inoltre, ha ricadute negative sulla memoria, sulla concentrazione, sulla fantasia, e dai dati OCSE si evince che l’utilizzo del cellulare nella matematica porta a dei rendimenti inferiori rispetto all’adozione del libro cartaceo. In Svezia è stato proibito l’impiego di tutti gli strumenti digitali in favore del libro. In Italia l’uso del cellulare a scuola è stato vietato fino ai 14 anni, mentre è consentito il computer e il tablet per attività didattiche. Il Ministro ha voluto ricordare che il nostro Paese è fra i primi ad aver avviato una sperimentazione sull’IA, allo scopo di potenziare la didattica e gli apprendimenti.
Investimenti nella scuola
In questa legge di bilancio (dato oggettivo comunicato dall’Ufficio Studi di Camera e Senato) c’è un aumento di risorse pari a 4,6 miliardi per l’istruzione rispetto allo scorso anno – l’8,9% in più -. Se da un lato è vero che gli stanziamenti sono ancora insufficiente, dall’altro se si tolgono gli investimenti privati, si nota come non si è poi così lontani dalla media europea. Di fronte a questa situazione è importante aumentare la consapevolezza che investire nella scuola è fondamentale, altresì per chi poi usufruirà delle competenze acquisite. Bisogna investire sempre di più anche per gli aumenti degli stipendi degli insegnanti; si consideri, però, che dopo 11 anni – caratterizzati da stipendi bloccati – ci saranno incrementi retributivi a regime corrispondenti al 5,4% e con il taglio del cuneo fiscale fino a 40 mila euro lordi tutto il personale della scuola potrà usufruire di un aumento stipendiale pari al 6/7%. Il ministro ha tenuto a precisare, inoltre, di aver chiuso dopo solo 3 settimane dalla sua nomina un contratto aperto da 3 anni, grazie alla sua decisione di destinare 300 milioni di euro accantonati per microprogetti all’aumento degli stipendi.
Caso Raimo
Valditara ha sottolineato che il ministro non ha poteri disciplinari e che nulla è partito da lui: il provvedimento è stato notificato per ragioni disciplinari al prof. Raimo dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, competente in materia – Organo amministrativo, indipendente dall’indirizzo politico del Ministro.