Il Ministro Valditara incontrerà di nuovo questa mattina il papà di Giulia Cecchettin per firmare il protocollo tra la Fondazione Cecchettin e il ministero. L’obiettivo è individuare una serie di azioni comuni che mirino a contrastare la violenza. Fatti quindi e non le parole: si chiudono cosi, con un protocollo di intesa scritto e definito, le sterili polemiche sollevate da una parte della sinistra circa il discorso pronunciato dal Ministro durante la presentazione della Fondazione.
Gino Cecchetin e il ministro Giuseppe Valditara si sono già incontrati al MIM lo scorso 4 dicembre, il giorno dopo la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta per la morte di Giulia. Più di un’ora di colloquio che si era chiuso con una chiara dichiarazione di Cecchettin: “Ringrazio il ministro per aver diffuso nelle scuole la lettera dell’orazione funebre che scrissi per Giulia. Ci siamo trovati per parlare di un problema sociale esistente: dai femminicidi, alla violenza sulle donne al rispetto reciproco tra i sessi. Lavoreremo su questo, abbiamo stilato un protocollo, un’agenda da portare avanti assieme alla fondazione Giulia e al ministero e inizieremo a lavorare su questi punti per portarli tra i giovani e nelle scuole. Ringrazio ancora il ministro per questa opportunità”.
“Abbiamo un obiettivo comune -commentò all’epoca il Ministro – che è quello di combattere la violenza contro le donne. Da questo punto di vista ci interessa lavorare concretamente, seriamente, il tema è troppo importante perché possa essere oggetto di strumentalizzazione di qualsiasi genere. Vogliamo lavorare insieme, abbiamo stilato anche una serie di possibili interventi: innanzitutto un protocollo fra la fondazione Cecchettin e il ministero per individuare delle azioni comuni che passino fra l’altro anche dalla formazione dei docenti all’interno del percorso di educazione civica, che prevede per la prima volta l’educazione al rispetto nei confronti delle donne, la raccolta di buone pratiche perché possano essere di ausilio anche all’interno delle scuole, l’utilizzo del peer tutoring e quindi delle testimonianze dei giovani in cui loro sono protagonisti, incontri con i giovani, il monitoraggio dei risultati raggiunti, perché è importante anche capire come questo percorso potrà essere migliorato nel suo divenire”.
Oggi, con la firma del protocollo, le parole di Valditara si confermano realtà. Chi ha biecamente pensato di utilizzare la morte di una ragazza per non perdere occasione di offendere il Ministro dovrà farsene una ragione. Spero che qualcuno abbia l’onestà intellettuale di chiedere scusa. Il percorso non si chiude però oggi: Valditara, che pensa ai risultati concreti delle azioni che pone in essere, ha infatti posto l’accento sul “monitoraggio dei risultati raggiunti, perché è importante anche capire come questo percorso potrà essere migliorato nel suo divenire”. Parole che hanno un grande significato perché rompono una lunga tradizione amministrativa.
Vale la pena soffermarsi quindi un attimo sul concetto di protocollo di intesa. Il MIM ne ha firmati tantissimi negli anni, prima di Valditara, e molti sono rimasti lettera morta. Cosi non sarà nel caso Valditara – Cecchettin: a fare la differenza sono proprio le parole del Ministro circa il monitoraggio. Parole che non possono sfuggire. Perché sono cosi importanti? Perché un protocollo d’intesa è uno strumento, di natura formale, per definire forme di collaborazione tra due parti e chiarire i ruoli e le responsabilità di ciascuna parte, ma non è un contratto giuridicamente vincolante. Ha però una possibilità di futuro: attraverso il monitoraggio dei risultati. Se da una parte la flessibilità dello strumento permette di essere usato molto negli accordi internazionali, dall’altro prevedere metodi e strategie di monitoraggio permette di implementare le disposizioni del protocollo e quindi di rafforzarlo e dargli continuità nel tempo. I fatti, appunto, e non le parole, passano anche dai meccanismi di controllo per garantire che le azioni previste vengano effettivamente realizzate. E’questa la via per mantenere alta l’attenzione sugli obiettivi comuni, far crescere il dialogo e rafforzare la cooperazione tra le parti dando vita a nuovi opportunità.