2 Marzo 2025

Il rischio di burnout per gli insegnanti

di Alessandro Amadori, psicologo e formatore, esperto del MIM

Che la professione di insegnante sia complessa, delicata e, contrariamente a quella che era l’opinione comune del passato, anche usurante, è ormai un fatto accertato. Più precisamente, oggi sappiamo che il burnout degli insegnanti è un problema significativo in Italia. Secondo un’indagine dell’Università di Milano-Bicocca, quasi il 50% degli insegnanti italiani sarebbe, tecnicamente parlando, a rischio di burnout. Questo studio, che ha coinvolto un campione di 5.847 insegnanti di 449 scuole, ha rilevato che il 48% dei docenti presenta livelli critici in almeno uno dei tre indicatori principali del burnout: esaurimento emotivo, depersonalizzazione e bassa realizzazione personale. Inoltre, il 5% circa degli insegnanti mostra livelli critici in tutti e tre questi indicatori.

Un altro dato preoccupante è il fenomeno del “presenteismo”, ovvero la tendenza a lavorare anche quando si è in cattive condizioni di salute. Circa il 20% degli insegnanti ha dichiarato di aver lavorato più di cinque volte in condizioni di salute non ottimali. Questi dati statistici, nella loro chiarezza (50% a rischio di bornout, 5% con livelli critici su tre indicatori, 20% che ha lavorato pur non sentendosi bene), evidenziano l’importanza di pensare a interventi mirati per migliorare il benessere degli insegnanti e per ridurre il rischio di burnout. I docenti che ne soffrono possono, infatti, sperimentare stanchezza cronica, distacco emotivo dagli studenti e una sensazione di inefficacia professionale. Questo stato di stress prolungato può avere importanti conseguenze non solo sulla salute degli insegnanti stessi, ma anche sulla qualità dell’istruzione offerta agli studenti.

La Mindfulness ha mostrato di essere una delle soluzioni efficaci per affrontare pragmaticamente, già sul brevissimo termine, questo crescente problema. Essa, in particolare, aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza del momento presente, riducendo lo stress e migliorando la gestione delle emozioni. Attraverso la meditazione e altre pratiche di consapevolezza, integrate appunto nel moderno concetto di Mindfulness, gli insegnanti possono imparare a riconoscere e a elaborare meglio le proprie reazioni emotive, migliorando così il proprio benessere generale.

Inoltre, la Mindfulness può favorire un atteggiamento mentale positivo, aumentando la resilienza e la capacità di affrontare le sfide quotidiane con maggiore serenità. Questo può tradursi in una migliore qualità della vita lavorativa e personale, contribuendo a prevenire il burnout e a promuovere un ambiente scolastico complessivamente più sano e produttivo.

Per saperne di più sulla Mindfulness, sulle tecniche di rilassamento e di meditazione correlate, sulle loro basi neuropsicologiche e sul loro utilizzo per la crescita personale e professionale degli insegnanti, consiglio la lettura dei seguenti tre libri. Il primo (al quale ho contribuito soprattutto per la parte di neuropsicologia e di teorie sul rapporto corpo-mente) approfondisce i fondamenti scientifici delle discipline orientali e quindi, per derivazione, anche della Mindfulness. Il terzo si focalizza sulla crescita individuale dell’insegnante, attraverso il lavoro sull’autoconsapevolezza. Il secondo dà spunti e suggerimenti su come inserire la Mindfulness, passo dopo passo, nella didattica quotidiana e nei contesti scolastici.

AMADORI A., SCOLA E., PAGNINI F., “Brainfulness. Neuroscienze e consapevolezza”, Edizioni Mind, Milano, 2024.

CAVALLINI F., “Praticare la Mindfulness a scuola”, Giunti EDU, Firenze, 2024.

VALLI  M., “L’insegnante consapevole”, Verdechiaro Edizioni, Baiso (RE), 2020.

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