Come complicare le cose lineari, arzigogolando su specchi scivolosi: giusto per andare, come al solito, “contro” si rischia di perdere il buon senso. Le pagelle, grazie a Valditara, ritornano comprensibili, chiare. I genitori finalmente comprenderanno senza dover fare sforzi pindarici come vanno i figli a scuola leggendo quel che è nella normalità umana leggere: sufficiente, buono, distinto, ottimo. Erano tra le novità annunciate per questo nuovo anno scolastico e con l’ordinanza firmata da Valditara, ecco che sono ritornati in pagella: i giudizi sintetici alla primaria e la valutazione in condotta espressa in decimi alle medie.
Eppure anche di fronte ad una decisione di evidente buon senso, qualcuno ha da ridire. Chi? La Cgil, ovviamente, che si è dovuta impegnare molto stavolta per commentare “come il ministro abbia così dimostrato di non credere nel potenziale dell’educazione e dell’istruzione come strumenti di prevenzione del disagio e dell’insuccesso scolastico”. Commento incomprensibile, a meno che il “potenziale” dell’educazione non si traduca nei quattro livelli descrittivi della Azzolina: “in via di acquisizione”, “base”, “intermedio” e “avanzato”. Ma non faceva guerra anche alla Azzolina, la Cgil?
La scuola è come il calcio, tutti ci sono andati e quindi tutti si sentono allenatori. Avete mai visto il copia incolla che le maestre sono costrette a fare per “collocare” ogni bambino in una frase più o meno lunga che viene ricopiata “x” volte nelle varie classi e “incollata” a diversi bambini? Eppure ogni bambino dovrebbe essere un mondo a sé, o no?
Sarebbe interessante sapere se chi oggi commenta negativamente il ritorno della chiarezza in pagella abbia mai assistito al copia incolla di fine anno. Certo, se ognuno ha un solo figlio e legge quattro righe da interpretare con il dizionario in mano forse può anche pensare che siano state partorite solo per il proprio pargolo. Basterebbe confrontare le pagelle del resto della classe e, ancor più, tra classi parallele per vedere come fino a giugno si sia fatto copia incolla di formule incomprensibili. Forse, ora che i docenti usano Chat GPT anche per decidere come sanzionare gli studenti, si potrebbe davvero avere una diminuzione del copia incolla a favore di una certa originalità della combinazione delle parole. Che sia prodotta non dalla pedagogia e neanche da una persona al termine di un anno di insegnamento può aver senso rilevarlo?
Ancora più bizzarro il commento del coordinatore della Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola, che parlando da consumato pedagogista commenta: “la reintroduzione dei giudizi sintetici alla scuola primaria rappresenta un inutile ritorno al passato che nulla ha che fare con scelte di tipo pedagogico”. Quali scelte di tipo pedagogico dicono che bisogna scrivere una decina di frasi copia incolla da attaccare a migliaia di bambini “ad occhio”? Fortuna che c’è il pc e non bisogna ricopiare tutto a mano… è quello che inizia con “il bambino non ha ancora dimostrato… e finisce con futuro”? si, ok, mettiamo questo.
Davvero, basta. Basta parole senza senso. E viva il ministro che ha il coraggio di chiamare tutte le cose con il proprio nome e di portare chiarezza dove c’è ambiguità giustificata da teorie vaghe.
Intanto le scuole avranno tempo fino a giugno per adattarsi alle nuove disposizioni, che erano state già annunciate, e far sì che le famiglie siano informate. I più piccoli e le loro famiglie torneranno così a leggere voti da “ottimo” a “non sufficiente”, insieme alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti per ciascuna disciplina, educazione civica compresa. Mentre gli studenti della scuola secondaria dovranno ottenere una valutazione superiore a 6/10 per essere promossi: dal 5 in giù non saranno, infatti, ammessi alla classe successiva o all’esame di terza media. Per quanto riguarda il voto in condotta alle medie “mira a rafforzare la responsabilità individuale e il rispetto delle regole – ha spiegato il ministro Valditara – un’attenzione particolare sarà riservata alla valutazione degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento, assicurando così un approccio inclusivo e personalizzato alle necessità di ogni singolo alunno”.