31 Gennaio 2025

Come cambia la scuola italiana

Torna il latino – opzionale – dalla seconda media, più lo studio della storia d’Italia, spazio anche per la Bibbia. E poi stop alla geostoria alle superiori e più valore alla geografia. Maggiore centralità alla letteratura italiana, più valore alla fantasia e alla memoria, fin dalle scuole dell’infanzia, con l’apprendimento di filastrocche e poesie, e, dalle elementari, lo studio della musica.

Sono alcune delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, ovvero i nuovi programmi ministeriali, messi a punto da una Commissione incaricata dal ministro per l’Istruzione, Giuseppe Valditara, che saranno presumibilmente introdotte dall’anno scolastico 2026-27. E se alle primarie ci saranno i primi accenni di epica classica, mitologia greca e saghe nordiche, verrà anche contemplata la conoscenza della Bibbia, “come testo della nostra tradizione, anche per aver ispirato numerose opere di letteratura, musica, pittura e influenzando il patrimonio culturale di molte civiltà”, spiega la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, che fa parte della Commissione.

Le nuove Indicazioni partono dal presupposto che è importante il valore della correttezza linguistica e formale e l’ordine e la chiarezza nella comunicazione. “Ma dobbiamo anche coltivare la fantasia dei giovani e la loro capacità di stupirsi, senza perdere per strada la grammatica”, dice il ministro dell’Istruzione che assicura che non avremo una scuola “più sovranista, nostro obiettivo è una scuola seria”.

La scuola del futuro torna a centrarsi su materie classiche e umanistiche, che rendono unica la nostra nazione nel mondo, nonostante l’ansia di omologazione cui abbiamo assistito in questi anni. Essere meravigliosamente diversi agli occhi del mondo e volere per obbligo scimmiottare gli altri era e resta una modalità autolesionistica”, commenta il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI).

“Insieme alla storia verrà ridata centralità all’insegnamento della geografia, che delinea la cornice ambientale all’interno della quale si sviluppa la vita dei popoli e di questa stessa vita ne coglie e ne registra le trasformazioni. Anche il potenziamento del latino alle medie, che sviluppa quanto la matematica i meccanismi logici, e della musica, sono propedeutici alla conoscenza delle nostre tradizioni culturali e artistiche. Solo attraverso questi pilastri, valorizzazione dell’identità nazionale, centralità della storia e della geografia, e recupero di materie come il latino e la musica, potremo costruire una scuola all’altezza delle sfide del nostro tempo”, commenta la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, sui nuovi programmi ministeriali in preparazione al Mim per mezzo del lavoro di una Commissione.

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