Interessante la richiesta avanzata alla Commissione Cultura della Camera da Andrea Cangini, direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale: “Sollecito i membri della commissione ad integrare il decreto Cultura con espliciti riferimenti all’imprescindibilità della scrittura a mano in corsivo e della lettura su carta nel sistema scolastico prevedendo, sin dalla scuola primaria e secondaria di primo grado, la formazione degli insegnanti e la necessaria informazione degli studenti di queste ‘antiche pratiche’. Non possiamo rimanere inerti al deterioramento delle capacità mentali dei giovani. Non solo perché sono i nostri figli e i nostri nipoti, ma anche perché si tratta delle classi dirigenti del domani”.
“Siamo preoccupati, molto preoccupati – ha continuato Cangini – di fronte all’evidente crollo psico-fisico dei giovani: di anno in anno cala sistematicamente il livello delle loro competenze e soprattutto si vanno progressivamente erodendo quelle facoltà mentali che un tempo si chiamava intelligenza, memoria e spirito critico nonché la capacità di attenzione. Aumentano vertiginosamente i casi di disturbo dell’apprendimento: il 357% in più di casi negli ultimi 10-12 anni; i casi di disgrafia sono +163%” avverte Cangini ricordando che la scienza ha documentato che “buona parte di questi problemi deriva dall’abuso dell’esposizione alla tecnologia digitale”.
Gli esperti che hanno aderito all’Osservatorio, ha riferito Cangini, concordano che buona parte di queste problematiche possano essere in parte affrontate con l’uso della scrittura a mano e in corsivo: “Questo tipo di scrittura sollecita 12 aree del cervello; la scrittura su una tastiera ne sollecita solo 2. Anche leggere su carta garantisce il 20-30% in più di assimilazione dei concetti che si vanno leggendo rispetto alla lettura su dispositivi digitali. Ho letto i contenuti delle misure previste dal Dl Cultura e apprezzo quelli destinati a sostenere comparti industriali e del commercio, ma tutto ciò appare sostanzialmente inutile se non si interviene a monte del problema. La dico brutalmente: se non si interviene, tra qualche anno il problema non sarà che i giovani non leggono abbastanza, tra qualche anno il problema sarà che i giovani non saranno più in grado di leggere, o meglio di assimilare i concetti di un testo complesso”.