Valditara tuona contro le illegalità e annuncia guerra contro chi produce ma anche contro chi usa certificazioni false. Il caso è scoppiato con l’inchiesta di FanPage andata in onda su La7 che ha mostrato un caso di vendita di certificati utili per ottenere punti nelle Gps, le graduatorie provinciali di supplenza. Una storia vecchia che già in passato ha fatto cadere alcune teste di dirigenti nominati da altri Governi.
Per i non adetti ai lavori, le GPS sono le graduatorie provinciali dove si iscrivono le persone che aspirano ad insegnare. Sono nate nel 2020 e sono divise in due fasce: nella prima ci sono gli aspiranti docenti che hanno conseguito un’abilitazione, nella seconda ci sono gli aspiranti docenti che hanno i titoli adeguati alla classe di concorso per cui concorrono e i famosi 24 CFU per l’insegnamento. Ovviamente più si è in alto nelle graduatorie e più si ha la possibilità di lavorare.
La domanda quidi è: per aumentare il punteggio come si fa? Fanno numero anche le certificazioni informatiche e linguistiche ed è su questi due punti che si è scatenata la delinquenza di associazioni che si fanno pagare da aspiranti docenti per rilasciare certificazioni. Esiste quindi una doppia responsabilità: da parte di chi si fa pagare per organizzare la truffa ai danni dello Stato e da parte degli aspiranti docenti che pagano per truffare i colleghi che invece hanno le certificazioni vere o non hanno nessuna certificazione. Come precisa il DM 50 del 3 marzo 2021, l’aspirante è consapevole delle conseguenze penali derivanti da dichiarazioni mendaci e del fatto che la formazione di atti falsi, l’utilizzo degli stessi nei casi previsti dal richiamato DPR o l’esibizione di un atto contenente dati non più rispondenti a verità sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia.
Esiste chiaramente un meccanismo per controllare chi emette le certificazioni: la procedura di accreditamento al Ministero. Non tutti, ma solo chi ha certi requisiti stabiliti per legge è autorizzato dal MIM a rilasciare certificazioni valide per il conteggio dei punti. La procedura seguita nel corso dei decenni passati ha evidentemente determinato la situazione attuale: è chiaro a tutti, anche alle Procure, come in questo sistema, nel corso dei decenni, si siano infilati “personaggi strani” che hanno messo su un vero fiorente mercato.
L’inchiesta di Fan Page quindi è valida oggi come dieci o venti anni fa. Non è certo riconducibile all’attuale Governo un sistema che esiste da anni e che è già stato perseguito da diverse Procure delle Repubblica (a titolo di esempio: Il Tribunale di Foggia, 20 novembre: 12 misure cautelari, indagati tre professionisti e sospensione per nove insegnanti. Settembre 2024, Calabria, nove arresti).
Cosa è cambiato quindi? Niente? Non è vero. Per la prima volta, il numero degli enti certificatori accreditati dal Ministero, con Valditara, invece di aumentare è diminuito. Per i non addetti ai lavori, specifico che si tratta di un atto di coraggio perché non si tratta di non accettare richieste ma di tagliare le gambe e la possibilità di guadagno a gruppi che in certi casi si sono rivelati collusi con la camorra ed altre mafie. E’un tema delicatissimo e Valditara, a differenza di altri ministri, è da subito intervenuto. Lo dicono i numeri: questo ministro non ha mantenuto le cose cosi come le ha trovate. Al contrario: ha fatto interamente ricostituire l’elenco degli enti autorizzati al rilascio delle certificazioni linguistiche. Ne ha trovato 41 e ne ha lasciati solo otto. Sottolineo: sono state rigettate 48 domande sulle 56 presentate.
Non so se l’ente accreditato trovato da Fanpage rientri tra gli 8 rimasti o sia tra quelli eliminati dal MIM, ma di certo so che Valditara subito ha cercato di arginare il fenomeno. A poco valgono quindi strumentalizzazioni politiche tipo il commento di di Rete della conoscenza, Link e Unione degli studenti: “Un ministro che vanta tanto la difesa del merito non può rimanere indifferente di fronte a una situazione del genere”. Valditara ha agito molto prima dell’inchiesta proprio perché si tratta di un fenomeno noto.
FanPage ha condotto un ottimo lavoro. Francesco Cancellato, che conosco e stimo da anni, fa watchdog journalism, il giornalismo che svolge una funzione di sorveglianza contro l’illegalità, quel giornalismo che discende dalle dichiarazioni di principio sulla libertà di stampa e che la stessa Corte di Giustizia europea definisce «cane da guardia pubblico» a tutela della democrazia e del pluralismo delle opinioni. Abbiamo quindi in campo, da una parte, un giornalista vero, dall’altra un ministro serissimo che lotta per la legalità. Il loro interesse è comune: la tutela della qualità della scuola, della correttezza delle procedure che portano i docenti nelle classi. E infatti da Valditara, la mattina dopo la notte della messa in onda dell’inchiesta di Fanpage, è subito partito il mandato per presentare un esposto alla Procura della Repubblica per indagare su eventuali reati commessi. Non solo: qualora fossero accertate responsabilità di docenti, questi saranno immediatamente depennati a titolo definitivo dalle graduatorie Gps: “La mia azione politica è stata dal primo momento orientata a far emergere il merito e a recuperare la qualità dell’istruzione, e dunque ogni comportamento contrario alla legge sarà fortemente combattuto”.
Non c’è spazio in questa storia per le strumentalizzazioni politiche. L’art 76 comma 1 del DPR 445/2000 è molto chiaro: “chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia”. E ancora: “…qualora dal controllo di cui all’articolo 71 emerga la non veridicità del contenuto della dichiarazione, il dichiarante decade dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera“. E’una vicenda che merita serietà da parte di tutte le forze politiche perché ne va della qualità dell’istruzione dei nostri ragazzi. Le opposizioni, ovviamente, hanno subito colto l’occasione per annunciare interrogazioni parlamentari e chiedere al ministro di andare in Parlamento a relazionare, spero senza dimenticare che fu durante tutti i precedenti governi che il sistema nacque e si espanse.