Dal Memoriale della Shoah di Milano, il ministro Valditara spiega l’aumento di risorse destinate per le visite degli studenti italiani al campo di sterminio di Auschwitz “per toccare con mano quello che è successo, perché non basta leggerlo sui libri di storia. Nella ricorrenza del Giorno della Memoria, ricordiamo commossi le vittime della Shoah e rinnoviamo l’impegno a conservarne il ricordo affinché simili atrocità non si ripetano. L’educazione al rispetto di ogni persona e la promozione della dignità umana sono per noi un dovere verso le future generazioni”.
Quello della memoria “è un giorno molto importante, perché serve a non dimenticare una tragedia immane che ha travolto il popolo ebraico e ha travolto l’Europa” e il museo di Milano è “un luogo che testimonia delle responsabilità precise in particolare quelle del regime fascista che collaborava con il regime nazista.
Intanto, anche Provincia e Regione si sono mosse facendo partire oggi da Roma una delegazione di 142 ragazzi dei licei Augusto Righi, Municipio I, liceo della Comunità Ebraica di Roma “Renzo Levi”, Scuola Polacca di Roma, Scuola Germanica di Roma, IIS Braschi Quarenghi di Subiaco, IIS Pertini Falcone, IIS Biagio Pascal, IIS Amari Mercuri, IIS Luigi Trafelli di Nettuno e il liceo Socrate. Ad accompagnare i ragazzi l’assessora capitolina alla Scuola Claudia Pratelli, l’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio e l’assessora alle Politiche Sociali Barbara Funari. Con loro una delegazione di consiglieri capitolini e della Città metropolitana. Per la Comunità Ebraica di Roma il presidente Victor Fadlun, il presidente della Fondazione Mario Venezia e Marcello Pezzetti, storico dell’Olocausto. Domani saranno raggiunti dal sindaco Roberto Gualtieri.
Per non dimenticare, stasera in tv
Nell’ottantesimo anniversario dalla Liberazione del campo di concentramento di Auschwitz la programmazione speciale di History Channel nel Giorno della Memoria si apre con Auschwitz: gli ultimi giorni prima della liberazione, il 27 gennaio alle 21. La produzione del docufilm è stata strettamente coordinata con il Museo statale di Auschwitz-Birkenau; uno degli sceneggiatori, Marek Zając, è segretario del Consiglio internazionale di Auschwitz e presidente del consiglio della Fondazione Auschwitz-Birkenau. Il film ha inizio con l’ingresso del primo soldato russo ad Auschwitz: quindici minuti di shock vissuto dai russi quando scoprono il campo, con i prigionieri sopresi e sconcertati alla vista di uniformi diverse da quelle delle SS.
Alle 21.50 è la volta di Diari dell’olocausto – La Shoah degli adolescenti, il documentario diretto da Massimo Vincenzi che racconta la persecuzione degli ebrei attuata dai nazisti attraverso le parole di adolescenti che hanno lasciato nei loro diari, quaderni di scuola, rubriche per gli indirizzi o semplici ritagli di carta consumati, una testimonianza fondamentale per la comprensione dell’Olocausto. I diari, ritrovati nelle case, nei nascondigli clandestini, lasciati a vista o nascosti sotto il pavimento, sono stati per questi giovani degli amici ai quali confidare le più segrete emozioni. Il documentario restituisce la voce a dodici adolescenti di età compresa fra i 13 e i 18 anni, tedeschi, polacchi, olandesi, lituani, cechi dei quali Vincenzi rivela segreti, incertezze, rabbia, sconforto, piccole gioie di un momento – il primo amore, il desiderio di festeggiare il compleanno – sensi di colpa e la fortissima vitalità: Renia Spiegel, Dawid Sierakowiak, Miriam Wattenberg, Helga Deen, Moshe Flinker, Alice Ehrmann, Yitzhak Rudashevski, Petr Ginz, Anne Frank, Rutka Laskier, Eva Ginzová, Éva Heyman. Uno di loro scrive: “Continuo a sperare di giorno in giorno, di settimana in settimana; nonostante le ripetute disillusioni che ho subito, non smetterò di sperare, perché nel momento in cui smetterò di sperare cesserò di esistere” Solo alcuni di questi ragazzi sono sopravvissuti. I loro diari costituiscono la loro eredità più grande, non solo per il racconto straziante dell’Olocausto, ma anche come testimonianza universale dell’oppressione di tutti i bambini e ragazzi del mondo, schiacchiati dalla macchina impietosa della guerra.
Edith Bruck: “Andrò nelle scuole fino a che avrò respiro”
Così la scrittrice e poetessa Edith Bruck, testimone della Shoah: “Possiamo educare i nostri figli diversamente secondo me, per tutto il male che noi abbiamo vissuto. Non solo noi ebrei, ma anche quelli che lo vivono oggi e lo vivranno domani. Prima bisogna educare i bambini al rispetto di qualsiasi essere umano, di qualsiasi colore o fede. Rispetto totale. Ogni vita è preziosa. Prima di tutto – ha sottolineato – bisogna educare in famiglia al rispetto totale, non ci sono esseri umani di serie A o C. Poi la scuola dove si insegna poco e male. Da nessuna parte in Europa, in piccola parte in Germania, solo i tedeschi si sono confrontati con il loro passato. Nessun altro paese si è confrontato con il proprio passato, dopo la guerra è stato come nulla fosse successo, questo non ha insegnato molto ai giovani ed è stato tutto taciuto”.