Aumentano gli stanziamenti in favore delle Scuole paritarie per l’anno scolastico 2024/2025, con un incremento rispetto all’anno scorso anno di 50 milioni di euro. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato due decreti che prevedono complessivamente oltre 750 milioni di euro.
Le risorse sono così ripartite: oltre 500 milioni di euro destinati a tutte le Scuole paritarie, 163 milioni e 400mila euro per il sostegno agli studenti con disabilità, con un aumento di 50 milioni di euro rispetto allo scorso anno, e 90 milioni riservati alle Scuole dell’infanzia. Le risorse finanziarie sono ripartite tra gli Uffici scolastici regionali, che provvedono ad assegnarle agli istituti paritari di ciascuna regione sulla base di specifici criteri, indicati nei decreti.
“Con questo stanziamento – spiega Valditara – il ministero dell’Istruzione e del Merito conferma il proprio impegno a sostenere e valorizzare le Scuole paritarie che rappresentano una componente fondamentale del nostro sistema educativo nazionale. Il nostro obiettivo è garantire a tutti gli studenti l’opportunità di una formazione di qualità, indipendentemente dall’istituto in cui studiano. In particolare, le risorse destinate alle Scuole dell’infanzia e agli studenti diversamente abili confermano la nostra attenzione a rendere l’educazione accessibile e inclusiva per tutti”.
Come sempre accade quando si parla di paritarie, a sinistra si alzano le barricate contro, inneggiando alla scuola pubblica – senza evidentemente tenere conto che, piaccia o non piaccia, le paritarie fanno parte da decenni, dall’epoca Berlinguer per essere esatti, del Sistema Nazionale di istruzione come le pubbliche – e a destra non si è mai soddisfatti delle cifre impegnate, si vorrebbe sempre di più. Soddisfatta la Fism, la Federazione Italiana Scuole Materne, che però, per bocca del presidente nazionale Luca Iemmi dice: “Bene i fondi aggiuntivi per gli alunni disabili ma non ci sono però i maggiori contributi richiesti sulle paritarie complessivamente”. Anche Marcello Pacifico di Anief: “Non basta solo stanziare le risorse, noi vorremmo che fosse riconosciuto anche il servizio svolto dalle scuole paritarie secondo i criteri dettati dallo Stato”.
Mi fa piacere ricordare oggi una intervista a Luigi Berlinguer del 16 giugno 2020 dove l’ex ministro commentava: «Contro le scuole paritarie sono i soliti estremisti di Sinistra. Hanno osteggiato anche la mia riforma, figuriamoci se cambiano». Luigi Berlinguer, lo ricordo, è il padre della riforma scolastica che prende il nome di Legge 62/2000 ed è grazie al lui, ministro dell’Istruzione dal ’96 al 2000 se oggi le scuole private sono a tutti gli effetti parificate e inserite a pieno titolo nel sistema scolastico pubblico.
“E’ vista come una contraddizione in certi ambienti: quello di voler qualificare come pubblica solo la scuola di Stato è una confusione. Pubblica è la scuola gestita anche da entità del mondo cattolico, ma in Italia tutto si è scaricato sugli articoli 33 (diritto dei privati a istituire scuole senza oneri per lo Stato ndr) e 34 (obbligo scolastico ndr), mentre è sempre stato tenuto in disparte l’articolo 30 (dovere e diritto dei genitori non solo a mantenere, ma a istruire ed educare i figli ndr)….i laicisti hanno voluto strumentalizzare quel “senza oneri per lo Stato”, come se fosse una sorta di “arrangiatevi” rivolto ai privati. Invece va intesa così: distinguere l’atto dell’istituzione della scuola dalla possibilità che lo Stato la aiuti effettivamente se ha bisogno di aiuti. In questo senso è giusto garantire che lo Stato intervenga come vuole. Le forze estremiste invece, dentro cui ci sono i super laicisti, vorrebbero impedire allo Stato di essere generoso…Lo Stato è libero di investire come vuole per garantire la funzione pubblica, non per governarla, ma per garantire che la funzione sia proprio l’istruzione. Senza oneri non è riferito al governare la funzione dell’Istruzione. Ma c’è di più: la Costituzione dice che c’è un diritto di istituire scuole, non ha detto è una facoltà, ma un diritto. Lo Stato riconosce questo diritto e se ne serve”.
Chiedeva il giornalista: Quindi la sua legge assicura che i titolari di questo diritto (le scuole) possano chiedere allo Stato di essere sostenute? “Credo che essendoci una delicata funzione di acculturazione, lo Stato debba aprire quattro occhi, non due, quindi tutto ciò che produce cultura deve essere sostenuto. In tutti gli altri campi, ci sono attività organizzate di privati e se lo Stato valuta di dare un sostegno è proprio perché da soli non ce la fanno, allora aiuta… è un intervento a sostegno, secondo me. Lo Stato interviene in tanti campi svolti da privati, ma laddove hanno un rilievo pubblico per cui la politica dello Stato ha un estremo interesse a sviluppare quel campo: io intervengo, sono legittimato da tutti i punti di vista e sono portato a farlo per ragioni di politica generale”.
Chiedeva ancora il giornalista: “Quindi non è solo un diritto ma è un bene politico che i privati possano fare questo naturalmente?“Certo e le leggi non devono scoraggiare o arricciare il naso come se il privato fosse altro da sé. Tutto ciò che è investimento nella scuola e svolge una funzione pubblica, pur essendo un privato, va sostenuto. In questo senso il privato si sente legittimato a chiedere un aiuto. Oggi al governo c’è la Sinistra. La stessa Sinistra da cui proviene lei. Perché questo concetto non riesce a capirlo? Non è che non riesca a capirlo, è che è estremista. Prego? Ci sono diverse Sinistre: c’è una Sinistra illuminata, che ha portato avanti la giustizia sociale e c’è una Sinistra che capisce poco. La dialettica all’interno del nostro mondo è parte essenziale per vitalizzarla e non lasciarla in mano a una visione estremista che non valorizza la qualità, le eccellenze e che cerca l’omologazione anche al ribasso”. Giustamente, il giornalista rilevava: “Oggi questa Sinistra è al potere…” e la risposta di Berlinguer fu lapidaria: “E bisogna fare sparire questo modo di pensare perché sta facendo danni come la grandine. Anzi, questa è una Sinistra alla grandine. Lo scrivo anche nel mio libro Ri-creazione“.
Alla domanda “Professore, una parificazione scolastica di nome, ma non nei fatti. La sua riforma è rimasta a metà?“, Luigi Berlinguer quasi dieci anni fa rispondeva: “È un problema tutto italiano: in Europa l’istruzione è in mano a diversi gestori, purtroppo in Italia educazione e istruzione non coincidono nei due termini. Educazione non significa automaticamente istruzione. Non dimentichiamo che i veri eroi nazionali, che hanno fatto l’Italia, dal Risorgimento ai primi secoli del ‘900, sono le maestre che hanno alfabetizzato questo paese e grazie alle quali la lingua italiana è diventata un fatto popolare”.