Torna alla ribalta la questione dei titoli falsi. Questa volta il dramma diventa quasi comico con il Ministero dell’Istruzione e del Merito accusato, ingiustamente, dalla Cgil di responsabilità sul tema.
“Come ben dovrebbe sapere chi si occupa di scuola, la vigilanza delle università statali, private e telematiche non è di competenza del Mim. Non è dunque nemmeno di competenza del Mim verificare le modalità di erogazione di titoli abilitanti da parte dei singoli atenei”, ha replicato il Ministero guidato da Valditara. Dove sta quindi il problema? Perché la Cgil accusa un Ministero su qualcosa che non è nelle sue competenze?
Ricostruiamo i fatti: nonostante non c’entri assolutamente nulla con i titoli universitari (il cui controllo ricade ovviamente nelle competenze del Ministero dell’Università) il MIM, il 17 luglio, ha trasmesso al Ministero competente una nota, a firma di Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, riguardante la segnalazione da parte della Cgil circa presunte inadeguatezze di alcuni corsi di formazione.
In sostanza, la Palumbo si è premurata di avvisare il Ministero dell’Università a proposito di una segnalazione che per errore era stata inviata al MIM. Cosa accade quindi? Invece di ringraziare il MIM di aver segnalato la nota al Ministero competente, la Cgil parla addirittura di “gravi responsabilità del Ministero dell’Istruzione” dicendo di “non aver avuto ancora alcun riscontro” relativamente alla loro denuncia. Ovviamente la risposta del MIM è arrivata: “Se la Cgil ha notizie di ipotesi di reato, ha l’obbligo di denunciare i fatti alla procura della Repubblica”. Per la serie “a voler essere gentili a volte ci si rimette”.
Di Anna Maria De Luca
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