Con la Montessori nasce un nuovo modo di fare scuola; la sua pedagogia, infatti, mira all’indipendenza e alla libertà del bambino, allo scopo di renderlo responsabile e consapevole. Il metodo Montessori non impone percorsi standardizzati, ma rispetta le capacità degli studenti per far sì che in tutti possano essere valorizzati i talenti.
I professionisti del settore hanno sempre studiato e analizzato la pedagogia montessoriana, fino a comprendere che quel metodo, inizialmente utilizzato per i bambini, potesse essere esteso anche agli studenti più grandi.
E’ importante, quindi, porsi la seguente domanda: Perché non estendere il metodo montessoriano anche alle scuole secondarie di secondo grado?
È vero che i cambiamenti a volte trovano degli ostacoli, soprattutto da parte di coloro che credendo di aver raggiunto delle certezze, non vogliono introdurre la novità, per timore di mettere in discussione gli equilibri raggiunti, ma è vero anche che le modifiche strutturali possono essere introdotte solo attraverso giuste argomentazioni.
Mi piace fare un parallelismo tra Comenio e Montessori:
- Comenio (1592-1670) scriveva di “Educazione per tutti dalla culla al sepolcro” e di “Pampedia” ossia di un’educazione universale attraverso un insegnamento graduale di concetti (dai più semplici ai più complessi) e dava molta importanza allo studio pratico e gradevole, perché potesse diventare un dolce preludio a tutta la vita;
- Maria Montessori sosteneva che l’educatore dovesse rafforzare e sviluppare ciò che di positivo c’è negli allievi, i loro progetti, i loro talenti, in modo che la presenza delle loro capacità potesse sempre lasciare meno spazio ai difetti.
Insegnare le varie discipline, facendo dialogare “teoria” e “prassi” è la conditio sine qua non di un metodo educativo che vuole assurgere a paradigma non solo nella scuola, ma nella società tutta.
L’aspetto esperienziale, infatti, è fondamentale per evitare che il materiale reiterato nella Memoria a Lungo Termine, cada nell’oblio e questo a prescindere che si tratti di un percorso liceale, Tecnico o Professionale. Lo slogan potrebbe essere: il mio futuro partendo dalla realtà!
Si tratta di una sfida necessaria che il mondo dell’Istruzione deve affrontare, se vuole che le scuole formino “cittadini attivi” capaci e integrati nel proprio contesto sociale e lavoratori dotati non solo di sapere teorico, ma anche di quelle competenze per affrontare il mercato del lavoro caratterizzato dalla flessibilità.
Al Liceo Montessori di Roma – scuola che lo Stato creò per Maria Montessori – la Dirigente Scolastica Anna Maria De Luca ed un gruppo di insegnanti, in seguito al parere favorevole del Collegio dei Docenti, stanno elaborando le linee guida per l’applicazione del metodo montessoriano per la Secondaria di Secondo Grado, con l’auspicio che Il dipartimento appositamente creato possa diventare un centro di sviluppo del metodo alle Superiori.
Nel libro “La Scuola dei Talenti” Valditara specifica che il “Merito va inteso partendo dal presupposto costituzionale di una scuola aperta a tutti, che sappia valorizzare qualunque persona e che sappia rimuovere gli ostacoli che ne consentano una piena valorizzazione. Merito è dunque il raggiungimento del meglio che ciascuno, con impegno e responsabilità, può dare. L’impegno è decisivo. […] In altre parole, il merito consiste nel tirar fuori i propri talenti e abilità”.