Per affrontare le sfide della contemporaneità, l’azione che il MIM sta portando avanti all’estero è strategica. Un win- win, si direbbe, con soli vincitori. Ora in Algeria, con la firma di due Memorandum, nei mesi scorsi in Etiopia, con il Ministro dell’Istruzione Berhanu Nega, in Egitto con il ministro Ayman Ashoure e in Tunisia con il Ministro Salwa Abassi: Valditara ha siglato importanti accordi non solo per la scuola ma per tutto il sistema Paese.
Cosa c’entrano Etiopia, Algeria, Egitto e Tunisia con la scuola italiana, si chiederà qualcuno. La lingua italiana è per il nostro Paese un ponte verso il futuro e la promozione della nostra scuola è uno dei fondamentali sistemi di proiezione esterna del nostro Paese. Tanto che il Ministro, dall’Algeria, ha proposto di organizzare a Roma un incontro che coinvolga i sistemi formativi ma anche le imprese dei principali Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per una grande politica comune di sviluppo.
In Algeria sono stati due i Memorandum d’Intesa firmati da Valditara: il primo, con il Ministro dell’Istruzione Nazionale algerino, Mohamed Seghir Saadaoui, per potenziare l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole algerine e la cooperazione nel campo dell’istruzione tecnologica, in termini di scambi e partenariati, con in previsione anche un corso di qualificazione e sviluppo professionale rivolto a docenti algerini di lingua italiana. Il secondo con il Ministro della Formazione e Istruzione Professionale, Yacine El-Mahdi Oualid per la cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e professionale, con un focus particolare sui partenariati tra istituti e sulla promozione delle ITS Academy italiane, per creare un legame più forte tra la scuola e il mondo del lavoro.
E’evidente il legame tra la nostra lingua e la potenza del Made in Italy, basti vedere che la nostra è la seconda lingua più usata nelle insegne commerciali di tutto il mondo, in quasi tutti i settori. La tecnologia è il pilastro dello sviluppo produttivo, industriale ed economico di un Paese e la lingua è il veicolo attraverso cui passano la nostra cultura e la nostra visione del mondo: all’estero abbiamo 83 istituti italiani di cultura su cinque continenti, otto scuole statali, 43 paritarie, 77 sezioni italiane presso le scuole europee e le scuole straniere, 25 addetti scientifici, i corsi di lingua e 110 lettori di ruolo nelle università.
Tutti insieme promuovono, spesso nella quasi indifferenza degli italiani che vivono in Italia, non solo arte e cultura ma anche contatti tra operatoti culturali italiani e stranieri e facilitano il dialogo interculturale tra Paesi. Nella mia esperienza nella Federazione Russa, come responsabile dell’Ufficio Istruzione del nostro Paese per tutta la Federazione, ho avuto modo di vedere come, seppur nelle difficoltà delle contingenze storiche internazionali, il percorso avviato non può essere interrotto. Le scuole italiane all’estero, l’Enit, l’Ice, la Rai, la Dante Alighieri, i lettori nelle università sono una costellazione strategica di promozione integrata del Paese che lavora, spesso dimenticata dai media nazionali, per costruire e rafforzare relazioni e collaborazioni tra l’Italia e il resto del mondo,
Il lavoro che il ministro Valditara sta portando avanti all’estero non è un’attività collaterale ma una componente strategica dell’affermazione del sistema Paese e della promozione del dialogo, dell’innovazione e della crescita, in altre parole, è diplomazia culturale intesa come uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile, insieme alla cooperazione allo sviluppo nel settore dell’istruzione, della formazione tecnico professionale, in particolar modo nei Paesi a basso reddito dove il numero di bambini e giovani non scolarizzati è salito a 250 milioni.
In questo ultimo viaggio in Algeria l’accordo prevede anche la creazione di una commissione congiunta per studiare le forme di cooperazione fra la nuova riforma dell’Istruzione tecnica e professionale approvata in Italia e il sistema di formazione algerino “anche per individuare – ha spiegato Valditara – quelle aree economiche e produttive dove sviluppare la cooperazione maggiore”. Per il ministro, l’accordo concluso con la controparte algerina “favorirà gli investimenti imprenditoriali in Algeria” e “anche la formazione di personale che può essere utile per l’Italia per una immigrazione regolare, che già conosca la lingua italiana e che sia già adeguatamente formata per essere subito assunta dal nostro sistema produttivo. Quindi è un accordo nell’interesse comune dove entrambi traiamo particolari vantaggi”.