Si apre la nuova fase del sostegno dell’Italia a Gaza: dopo il cessate il fuoco, la priorità ora è l’emergenza sanitaria gravissima che il lungo conflitto tra Hamas e Israele ha lasciato. La guerra ha lasciato macerie al posto degli ospedali. E’presto per parlare di ricostruzione, ora la sfida riguarda la sanità e la scuola. Primo atto: accogliere ventuno bambini malati di cancro provenienti dalla Striscia. A farsi avanti, il Policlinico Umberto I di Roma e la Regione Piemonte. Cruciale è il tema istruzione e formazione, con i giovanissimi di Gaza da riportare a scuola e da preparare all’ingresso nel mondo del lavoro.
Tajani che ha riunito in Farnesina esperti nazionali e internazionali e l’Anci che si è offerta di avviare progetti di cooperazione decentrata delle municipalità italiane, utilizzando il know-how delle aziende, per collaborare alla rigenerazione di acquedotti, fognature, illuminazione pubblica e altri servizi essenziali per la popolazione.
E’ necessario intervenire sui servizi sanitari materno-infantili che, tenuto conto dei dati demografici, sono uno dei settori prioritari, ed organizzare interventi mirati alla prevenzione di epidemie, a partire dalle vaccinazioni. Si punta molto sugli atenei italiani, sull’invio di personale medico-sanitario specializzato, sull’installazione di sistemi informatici che consentano un contatto continuo tra la popolazione, gli operatori locali e gli specialisti della Sapienza, su campagne di raccolta fondi, farmaci e dispositivi medici da inviare al personale locale. Nel frattempo, si cerca di portare fuori dalla Striscia i casi più critici.
L’Italia ha già fornito un contributo umanitario importante alla popolazione civile con ‘Food for Gaza’ e nuovi aiuti sono stati annunciati da Tajani nella recente visita a Ramallah: dieci milioni per l’assistenza umanitaria.